lunedì 4 maggio 2015

Commercialisti al Bivio (Digitale)


By W.Rebel (Own work) [CC BY 3.0]
via Wikimedia Commons
In questi giorni ho letto un dibattito, tra un Commercialista (autodefinitosi d’avanguardia), che vede come grandi opportunità di cambiamento l’innovazione digitale che sta inevitabilmente permeando ogni area del nostro Paese, dalla PA alle aziende, ed un altro invece che autodefinitosi Commercialista “Vecchia Guardia”, critica fortemente tale posizione, dichiarandosi nato non per fare l’informatico ma per fare il consulente d’azienda.

“Mr. Avanguardia” ha recepito che il ruolo del commercialista nel XXI secolo si è arricchito del compito di aiutare le aziende a superare, i divide tecnologici, imposti dalle leggi, riorganizzando i propri clienti, guidandoli alla digitalizzazione, rendendoli in tal modo più competitivi; e di non limitarsi a far superare alle aziende, solo il divide verso la fiscalità e le norme.“Mr. Vecchia Guardia” ritiene di essersi dovuto difendere da tutti gli adempimenti telematici che negli anni, via via i tempi e le leggi hanno imposto.

“Vecchia Guardia” mi ricorda un anziano chirurgo, che aveva le mani d’oro, che, con la sola palpazione dell’addome, diagnosticava con precisione appendiciti o mali peggiori, e con il suo bisturi operava con maestria sopraffina. I pazienti facevano la fila per lui e la sua fama era leggendaria.


Di Sabine2012 [CC BY-SA 2.0],
attraverso Wikimedia Commons
Quando arrivò la possibilità di fare ecografie addominali in reparto con facilità, e prese piede l’uso della chirurgia laparoscopica per operare, senza necessariamente “aprire la pancia del paziente”, si rifiutò di adottarle in quanto, di certo, non riteneva di aver studiato per anni medicina e chirurgia per ritrovarsi, impacciato peggio che uno specializzando, ad armeggiare con un computer.

I suoi giovani colleghi “Chirurghi Tecnologici” oggi operano in video da remoto, condividendo le operazioni più difficili con i colleghi dall’altra parte del mondo, le appendiciti vengono eseguite in day hospital, le cartelle cliniche firmate digitalmente, e nessun paziente si sognerebbe mai di farsi ‘aprire’ giusto per vedere lo stato del suo male.

Forse nel mondo qualche medico, ancora assaggia l’urina, per diagnosticare un diabete, ma per fortuna il 99.99% dei medici oggi si limita a leggere il valore del parametro da valutare (glicemia) su un display (magari anche tramite app), così come presto o tardi, tutti i commercialisti/consulenti d’azienda capiranno che la strada della digitalizzazione è inevitabile, ma non perché a dirlo è la legge, ma perché saranno i loro ‘pazienti’ a pretenderlo.




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